RIASSUNTO IN 500 CARATTERI – Pedala tra boschi e panorami spettacolari affrontando il passo della Mulattiera in MTB, un giro pensato per chi vuol godersi ogni metro senza dover mai spingere la bici. Una salita regolare, mai troppo impegnativa e l’arrivo alla Fortezza Bastiani, immersa nel silenzio alpino. La discesa è tecnica ma fluida: curve, radici, pietre, divertimento assicurato. Se ami il MTBiking panoramico, questo racconto ti farà venir voglia di salire in sella subito.
Era da tempo che cercavo il giro in MTB perfetto: panoramico, tecnico al punto giusto, senza eccessivi pericoli e soprattutto senza dover mai spingere la bici. Dopo tanti tentativi, finalmente posso dirlo: il passo della mulattiera in MTB è stata una riscoperta che ha superato ogni aspettativa.

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Una salita panoramica e scorrevole 😎
La salita verso il passo della mulattiera in MTB inizia dolce, attraversando boschi silenziosi, solo il suono della ghiaia sotto ai pneumatici ed il vento tra i pini. Il sentiero sale regolare, senza strappi impossibili, e permette di godersi ogni pedalata.

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I tornanti si susseguono in un ritmo perfetto: il fiato si fa corto ma non manca mai la voglia di guardarsi intorno. Le montagne si aprono all’orizzonte, le vallate si perdono sotto di noi e il sole filtra tra gli alberi creando giochi di luce che rendono tutto più magico.

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Nessun tratto pericoloso, nessun portage, solo puro piacere di pedalare immersi nella natura.
L’arrivo al colle: la magia della Fortezza Bastiani 🤩
Arrivati al colle, ci accoglie un paesaggio quasi sospeso nel tempo. La vecchia caserma militare domina il panorama con il suo fascino austero. Sulla porta d’ingresso qualcuno ha scritto “FORTEZZA BASTIANI” e subito la mente vola alle pagine de Il deserto dei Tartari.

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In quel momento, il passo della mulattiera in MTB ci appare come un luogo di confine tra realtà e immaginazione. Un punto in cui la fatica della salita incontra la poesia della montagna.


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Ci fermiamo un attimo. Ascoltiamo il vento, respiriamo l’aria fresca e ci godiamo quel senso di pace che solo certi luoghi sanno trasmettere.

Come dice George Clooney:“What else?”
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La discesa: tecnica, fluida e divertente 🥳
La discesa dal passo della mulattiera in MTB è esattamente come piace a me: tecnica al punto giusto, mai troppo estrema. Curve strette, radici, qualche pietra che obbliga a scegliere la linea giusta, ma sempre scorrevole e mai pericolosa.

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La bici risponde con precisione, danza tra le rocce e ogni metro regala una scarica di adrenalina pura. È quel tipo di trail che ti fa sorridere anche quando sei concentrato al massimo.

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Nel tratto finale, il sentiero si innesta sulle piste da downhill di Melezet: un vero e proprio parco giochi per chi ama il flow. Sponde perfette, salti ben calibrati e una velocità che mette allegria. Noi abbiamo scelto la pista blu (facile) ma il piacere è stato ripagato.


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Quando arrivo in fondo, non possiamo che ridere sotto il casco: stanchi, felici, totalmente appagati.
Il mio giro in MTB ideale 😁
Posso dirlo senza esitazioni: il passo della mulattiera in MTB è il mio giro ideale.
Un percorso completo, che unisce panorama, storia, tecnica e divertimento in un equilibrio perfetto.
Ogni volta che ripenso a questa giornata, sento ancora il fruscio delle gomme sulla terra e la sensazione di libertà che solo la montagna e la bici sanno regalare.
E chissà, forse troverò altri itinerari altrettanto belli… ma per ora, questo resta imbattibile.
21 ottobre 2017: caserma della Mulattiera in MTB, ricordi di un’avventura passata
In realtà, la mia prima esplorazione della caserma della mulattiera in MTB risale al lontano 2017. All’epoca non scrivevo ancora molto sul blog: le nostre uscite erano più istintive, meno programmate, ma forse proprio per questo più autentiche. Quel giorno, insieme a Gianluca, Menny e il Berni, ci lanciammo alla scoperta di quella che sarebbe poi diventata una delle mete simbolo delle nostre avventure su due ruote.

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I primi giri: entusiasmo, improvvisazione e libertà
Ricordo bene la sensazione della partenza: nessun piano preciso, solamente traccia GPS salvata e la voglia di pedalare, di vedere cosa ci aspettava oltre la prossima curva. Eravamo un gruppo un po’ sgangherato, con biciclette pesanti, zaini troppo pieni e abbigliamento tutt’altro che tecnico. Ma anche quello faceva parte del fascino.

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La caserma della mulattiera in MTB non era solo una meta, ma un’ simbolo’idea: qualcosa da conquistare con fatica e curiosità, seguendo il richiamo dell’avventura. Ogni tornante della salita era un piccolo passo verso l’ignoto, accompagnato dal profumo dei boschi e dal rumore regolare dei copertoni sulla ghiaia.
L’arrivo alla Caserma: un luogo fuori dal tempo
Quando finalmente comparve la caserma della mulattiera in MTB, mi fermai di colpo. Isolata, imponente, con le mura segnate dal tempo, sembrava osservare silenziosa chi osava arrivare fin lassù. Le sue stanze vuote, le scritte sbiadite e le finestre rotte raccontavano storie di un passato dimenticato.

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Ci aggirammo tra i corridoi come curiosi esploratori, con il rispetto e la curiosità di chi entra in un luogo carico di memoria. Quel momento, tra vento e silenzio, rimase impresso come uno dei più intensi vissuti in montagna.
La caserma posta al culmine del nostro tour al Passo della mulattiera in MTB non era solo un edificio: era un punto d’incontro tra storia, natura ed amore per la fatica del pedalare in alta quota.
La discesa e la lezione imparata
La discesa, la ricordo, fu tutt’altro che semplice. Forse perché la mia tecnica di guida era più rozza, non che adesso sia un campione di MTB ma probabilmente con il tempo alcuni gesti diventano più naturali. Ogni radice, ogni pietra, ogni curva era una piccola sfida. Ma anche questo faceva parte del divertimento.

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Il bello di quei tempi era proprio la spontaneità: nessuna pretesa di performance, solo la gioia di esserci, di condividere il momento. E quando arrivammo in fondo, con il cuore che batteva forte e la polvere sul viso, avevamo tutti la stessa sensazione: avevamo vissuto qualcosa di speciale.

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Oggi come ieri: la stessa passione
Ripensarci oggi, dopo anni e tanti giri, mi fa sorridere. La caserma del Passo della mulattiera in MTB è rimasta lì, identica, a guardare dall’alto chi passa. Noi invece siamo cambiati: bici più leggere, tecnica migliorata, magari qualche acciacco in più. Ma la voglia di scoprire, quella no, è rimasta la stessa.
Ogni volta che torno su quel colle, mi sembra di rivedere quei quattro ragazzi del 2017, con la stessa luce negli occhi e la stessa libertà nel cuore. E capisco che, in fondo, non importa quanto cambino le bici o i percorsi: certe emozioni non invecchiano mai.

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