Per chi ne ha piacere la colonna sonora di questo racconto potrebbe essere “Divenire” di Ludovico Einaudi
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A metà settimana Sandrino annuncia tra squilli di trombe che domenica avrà una giornata libera dagli impegni famigliari, mentre io sarò alla partita di basket di FedEx al mattino, fino alle 11.30 circa…
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Ipotizziamo allora una Cima Mares nel pomeriggio. Sono all’incirca due anni che Sandrino prova a convincermi ad andarci anche perchè, per lui, è un chiodo fisso: la vede da qualsiasi punto del globo terracqueo…
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Andiamo alla panchina gigante di Andrate? Lui vede cima Mares…
Andiamo ad Alpe Cialma? Lui vede cima Mares…
Andiamo a Locana? Lui vede cima Mares…
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Una volta eravamo in MTB sul Gran Sasso d’Abruzzo e lui continuava a vedere cima Mares. Non è vero, non siamo mai stati insieme in Abruzzo. Però effettivamente un mesetto fa, mentre eravamo all’arrivo della funivia di Alpe Cialma a goderci l’impresa mentre mangiavamo cioccolato e frutta secca… mi è venuta voglia di acchiappare la MTB ed andarci a questa famigerata Cima Mares, per capire se è veramente questo posto spettacolare di cui narrano le leggende (spoiler – sì lo è)
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Quindi torniamo a questa mattina in palestra, alla partita di basket. Mi sto guardando l’amichevole di FedEx nel mio classico silenzio tombale quando arrivano tre loschi figuri a prelevarmi:”…aspettate, mancano 2’31” e poi andiamo…”.
Pronti via. Arrivati a Canischio c’è il rally del Canavese che passa per la strada che avremmo dovuto fare, per cui i nostri piani cambiano. Su komoot troviamo al volo un sentiero che dovrebbe congiungersi al percorso precedentemente ipotizzato. Andiamo a vedere com’è, è figo e ci porta alla chiesetta della Madonna della Neve dove la strada torna asfaltata
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Inizia lo sterrato e anche la neve a tratti, ma è battuta e si pedala bene. Silvio è eroico perchè pedala con la cassetta 11-32, fatica ma sale anche sulle tante rampe ben oltre il 10%. Il bosco si apre e lascia spazio ai panorami sulla pianura ma le rampe continuano, c’è poca attenzione alle viste, se non durante le pause. Arriva l’ultimo tornante ed incomincia ad intravvedersi il tetto triangolare della chiesetta/rifugio di San Bernardo, è sullo spartiacque a cavallo tra la pianura ed la Valle Soana e quando ci avviciniamo compare anche improvvisamente in tutta la sua imponenza il massiccio del Gran Paradiso, sotto di noi Locana, più sulla destra Prascondù e la Quinzeina. Girandoci di 180 gradi, verso la pianura, con l’aiuto del binocolo riusciamo a vedere il grande blocco bianco della Pirelli ed il campanile di Livorno Ferraris, le torri della centrale di Trino, la Sorin/Enea che ci aiuta a trovare i campanili e gli acquedotti di Saluggia e poi Chivasso. Più sulla destra invece arriva Superga e sotto di essa i grattacieli di Torino. Lo spettacolo è difficile da descrivere ed anche le foto rendono molto poco l’idea di cosa stiamo vedendo e la maestosità delle montagne che ci circondano e quasi ci avvolgono…
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Cerchiamo un pietrone su cui sederci per gustare 4 piadine integrali con humus di ceci, rucola e tonno aromatizzato all’aceto balsamico, un paio di birrette, una tavoletta di cioccolato fondente con le nocciole come dessert ed infine un goccetto di grappa per scaldarci le budella…
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Cima Mares è un centinaio di metri sopra di noi e sembra un vero peccato non andarci ad ammirare il tramonto da lassù ed effettivamente abbiamo fatto bene a salirci. Le ombre delle montagne che si allungano sulla pianura. Il sole che sparisce dietro alle vette. Il Gran Paradiso che svetta ancora illuminato dalla luce calda del tramonto. Il freddo che si fa pungente. Se ami la montagna non c’è nulla di più bello di ciò che stiamo guardando e dell’attimo che stiamo vivendo…
❤️






E’ giunto il momento di salutare Cima Mares con una bella discesa fino a San Bernardo e poi ancora giù per la sterrata precedentemente percorsa in salita, montiamo le luci per l’ultimo tratto su asfalto fino a Canischio dove un piccolo gruppo di persone che chiacchiera allegramente davanti ad una piola attira la nostra attenzione:”…scusate ma lì dentro di mangia?”
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A risposta affermativa è bastato girare i manubri per ritrovarci al caldo di una stufa a spazzolare panini imbottiti accompagnati chi da un bicchiere di vino e chi da una bella birra. Non serve aggiungere altro. Ci sono voluti più di due anni ma è valsa la pena aspettare per godere Cima Mares nella migliore delle situazioni possibili. Semplicemente indimenticabile…
🫶🏻
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