Ad inizio Agosto mi telefona Giorgio di LolloBike e mi lancia lì una proposta:“…ciao Zione. Mi sta per arrivare una e-MTB in taglia XL. Ti va di provarla per qualche giorno e di mettere giù due righe e quattro foto?”

Si potrebbe dire di no ad una proposta simile?! E così dopo qualche giorno sono andato a ritirare una Conway eWME 429 in taglia XL, una e-MTB da enduro di questo marchio tedesco poco conosciuto in Italia ma con tanta sostanza.

Premessa

Solitamente i test sono svolti da giornalisti molto bravi ed allenati, a volte anche da ex-campioni e vorrei poter dire di essere anch’io uno di loro ma – ahimè – mi ritengo molto più vicino al classico utente medio e neanche lontanamente paragonabile ad un campione anche solo regionale.
Però c’è del buono in tutto ciò: il campione ragiona da campione e guida da campione portando bicicletta e componenti a limiti inarrivabili per il 99% dei potenziali acquirenti ma spesso non tenendo conto di molti particolari importanti per un utilizzo amatoriale/ricreativo. Ecco. Questo test è diretto a quest’ultima fascia di utenza. Buona lettura… 😉

La eWME 429 sulla carta

1° giorno di test – Col S. Pantaleon e de Bornes

Al primo colpo d’occhio noto subito che dal punto di vista estetico questa Conway è una delle poche MTB elettriche dalla linea molto gradevole, anche in taglia extra-large: il carro e il tubo orizzontale formano una linea unica e la zona che ospita il motore è ben fatta, non troppo evidente ed armoniosa e tutto il telaio ha saldature visibili ma ben realizzate. Mi piace molto!

2° giorno di test – Burcina/Oropa/Bochetto Sessera

Analizzando poi la scheda tecnica sul sito Conway basta un attimo per capire che è una bicicletta molto votata alla discesa ma che in salita ci dovrà pur andare quindi partiamo dal motore:

– il nuovo Shimano EP8 con batteria da 630Wh
– 3 livelli di assistenza + walk

Passiamo alla ciclistica:

– freni Magura eStop le cui pinze a 4 pistoncini lavorano su dischi da 203mm
– forcella Rockshox Lyrik Select e mono Fox Float DPS che garantiscono 160mm di corsa anteriori e posteriori
– pneumatici 29×2.4 con gomme Schwalbe Magic Marry e Hans Dampf e inserti Tannus (montati da LolloBike)
– un angolo di sterzo da 65° per un grande divertimento in discesa abbinato ad un angolo sella di 75.5° piuttosto verticale per garantire una buona motricità anche sulle salite tecniche
manubrio oversize da 780mm con attacco manubrio corto
reggisella telescopico abbinato ad una comodissima sella Fizik Aidon

IN SELLA

Erano un paio di anni che non salivo su una e-MTB ma devo dire che su questa Conway mi sono trovato subito a mio agio perchè è veramente grande in taglia XL, quindi è bastato fare il SAG alle sospensioni ed abbassare l’attacco manubrio di qualche mm. Sinceramente avrei voluto sostituire l’attacco manubrio con qualcosa di più lungo di almeno 30/40mm ma non avevo in garage nessun attacco da 35mm.

IN SALITA

Partendo dal presupposto che solitamente pedalo una MTB abbastanza diversa da questa e-MTB perchè ho una full in alluminio da 13kg con 110mm di escursione (in pratica una XC) i primi chilometri su asfalto mi danno la possibilità di capire come va e come funziona questo Shimano EP8.

MOTORE
Tre modalità di assistenza (Eco – Trail – Boost) e per iniziare utilizzerò la sola assistenza Eco anche perchè non so quanta è l’autonomia totale della batteria da 630Wh; su asfalto questa modalità base agevola la salita ma non aiuta in modo esagerato, il che conferma ciò che i più esperti affermano, ossia che questo Shimano è il motore più naturale e adatto a chi è abituato a pedalare.
In funzionamento emette un ronzio che non infastidisce ma è comunque più rumoroso dello Yamaha montato sulla e-MTB del mio compagno di uscite.

1° giorno di test – Col S. Pantaleon e de Bornes
L’asfalto non è propriamente il terreno ideale della eWME. Fortuna che c’è il motore ad aiutare a spingere queste gomme aggressive
3° giorno di test – Col Fetita

Quando però il bitume lascia il posto ad una strada bianca dalle pendenze a tratti impegnative l’aiuto del motore Shimano tira fuori il meglio di sè: fluido, naturale, aiuta senza esagerare mai a patto di tenerlo in modalità ECO. Il passaggio in TRAIL sembra di volare: esagerato. Con il successivo BOOST sembra di avere un 50cc a due tempi sotto alla sella…
Meglio tornare sull’assistenza base anche per preservare la durata della batteria.

1° giorno di test – Col S. Pantaleon e de Bornes
3° giorno di test – Col Fetita
3° giorno di test – Col Fetita
La funzione WALK aiuta parecchio quando bisogna spingere 25kg su per il sentiero

Durante il giro del Col Fetita ho avuto la possibilità di provare la funzione WALK quando il sentiero era difficilmente pedalabile e anche in questo caso il motore Shimano spinge parecchio, a tratti forse anche troppo. Comunque utilissima.

BATTERIA
Per quanto riguarda la durata della batteria da 630Wh è interessante mettere qualche dato:

1° giorno di test: Col de Bornes
35km e 1.474m di dislivello – 3 tacche consumate su 5 disponibili

2° giorno di test: Oropa – S. Eurosia – Bocchetto Sessera
60km e 2.020m di dislivello – batteria totalmente esaurita

3° giorno di test: Col Fetiva
31km e 1.588m di dislivello – 3 tacche consumate su 5 disponibili

4° giorno di test: Col Chavannes
49km e 1.602m di dislivello – 3 tacche consumate su 5 disponibili

5° giorno di test: Rue Courtod
37km e 1.071m di dislivello – 2 tacche consumate su 5 disponibili

3° giorno di test – Col Fetita

Ebbene sì. Durante il secondo giro sono rimasto senza batteria. Perchè dopo soli 1.950m di dislivello?

A. la risposta è da ricercare nella pendenza impegnativa della risalita finale al Bocchetto Sessera che unita al mio peso ha richiesto un aiuto maggiore, anche se sempre in modalità ECO. Così gli ultimi 100m+ ho dovuto pedalarli a motore spento, non una bella esperienza con una bici da 25kg ma neanche traumatica visto che il motore Shimano ha pochissimi attriti interni.
B. occorre anche tener presente che la bici era nuova e che le batterie migliorano sensibilmente le loro prestazioni dopo alcuni cicli di carica. Ad es. Bosch dichiara di arrivare al 100% dell’efficienza dopo 30 cicli completi di carica

DISPLAY
Il display a colori Shimano è molto bello, di dimensioni ridotte ma perfettamente leggibile. Fornisce tutti i parametri utili oltre al simpatico indicatore che mi ricorda il contagiri digitale delle moto: indica quanta potenza sta esprimendo il ciclista e quanto il motore lo sta supportando.
Una piccola pecca è che per cambiare visualizzazione bisogna premere il pulsante posto di lato e non è possibile farlo con i comandi al manubrio.

4° giorno di test – Col Chavannes

COMANDI
Proprio questi ultimi sono minimali ma perfettamente utilizzabili. Insomma la progettazione e la qualità della parte motoristica Shimano e di tutti gli annessi e connessi segue la classica filosofia Giapponese che ho già visto per anni sulle moto del Sol Levante, basata sulla razionalità e sulla logica.

APP SHIMANO
Ultima e non ultima c’è la possibilità di modificare con una app direttamente dal proprio smartphone i livelli di assistenza del motore Shimano.

Personalmente non mi sono messo a smanettare anche se una mezza idea l’avrei, per i miei gusti personali:
ECO
Non cambierei nulla rispetto ai settaggi di serie
BOOST
Prenderei il settaggio di serie di TRAIL ed aggiungerei un 10%
TRAIL
Lo piazzerei esattamente in mezzo ai due di cui sopra

CICLISTICA
Proprio in questi tratti dalla pendenza più impegnativa avrei preferito un attacco manubrio leggermente più lungo per direzionare meglio l’anteriore ma per ovviare un po’ recupero abbassando di più il busto. Non è detto che tutti ne sentano la necessità ma è comunque un upgrade che costa qualche decina di euro e che chiunque può fare con una chiave a brugola in pochi minuti.
Una miglioria invece mi sento di consigliare è la sostituzione delle manopole in plastica dura con altre in spugna, specialmente per chi ha le mani grandi come le mie.
Sono le uniche due pecche che ho trovato a questa bicicletta.

Durante questi giri giornalieri la sella Fizik si è rivelata piuttosto comoda oltre che esteticamente molto curata.

1° giorno di test – Col S. Pantaleon e de Bornes
1° giorno di test – Col S. Pantaleon e de Bornes

E’ importante notare che nonostante sia una bici con 160mm di escursione rimane comunque molto piacevole anche grazie al mono Fox che in posizione “climb” permette di pedalare senza che il posteriore si muova troppo.
E’ proprio nei tratti molto tecnici che questa eWME mi stupisce: una salita molto ripida con radici e sassi e dove con la mia MTB tradizionale è impossibile – per me – salire in sella. Invece qua è bastato mettere il motore in modalità boost, pedalare ed avere fiducia. Voilà!

1° giorno di test – Col S. Pantaleon e de Bornes
4° giorno di test – Col Chavannes

TRASMISSIONE
Il gruppo Shimano XT 12 con cassetta 10-51 abbinata ad una corona da 34 denti è estremamente precisa e sufficientemente corta. Nei passaggi più veloci non è silenziosissima ma è anche vero che i salti di catena sono abbondanti. Comunque non ha mai sbagliato un colpo. Shimano è veramente imbattibile da questo punto di vista.

1° giorno di test – Col S. Pantaleon e de Bornes

IN DISCESA

Immediatamente ci si sente a cavallo di un vero schiacciasassi le cui geometrie moderne unite ad angoli aperti permettono di lasciar correre la eWME che è stabile ed incassa tutto, aiutate anche dal reggisella telescopico da 170mm che aiuta ad abbassare il baricentro.

1° giorno di test – Col S. Pantaleon e de Bornes
Si va…
1° giorno di test – Col S. Pantaleon e de Bornes
Sul ripido scendendo verso il fondovalle…

SOSPENSIONI
Nonostante siano di due prodotti diversi (Rockshox la forcella – Fox il mono) le sospensioni lavorano bene ed in modo armonioso grazie a 160mm di escursione; solo raramente nelle massime compressioni capita di toccare la parte inferiore del telaio/motore che comunque è coperta da un riparo in plastica nera opaca.

1° giorno di test – Col S. Pantaleon e de Bornes
2° giorno di test – Burcina/Oropa/Bochetto Sessera

PNEUMATICI
Sono un utilizzatore di pneumatici Schwalbe ed in particolare dei tuttofare Nobby Nic, ma la combinazione degli aggressivi Hans Dampf e Magic Marry scelta da Conway ha una tenuta incredibile che mai avevo provato prima; quindi se è vero che in salita sono pesanti da pedalare (ma in questo caso il motore sopperisce) in discesa regalano grandi soddisfazioni e sicurezza in curva.

3° giorno di test – Col Fetita
I miracoli del motore elettrico: rampa con gradini in discesa…
3° giorno di test – Col Fetita
Stessa rampa con gradini ma… in salita!

FRENI
I Magura eSTOP sono modulabili e molto potenti, non hanno mai allungato la corsa o perso in potenza; non hanno MAI dato il minimo segno di cedimento e personalmente sono uno che stressa abbastanza i freni, non perchè vada forte ma perchè preferisco rallentare quando le velocità salgono troppo.
L’unico difetto dei ferni Magura sta nell’eventuale spurgo casalingo che richiede un kit apposito ed una procedura più complessa di Shimano.

2° giorno di test – Burcina/Oropa/Bochetto Sessera

MOTORE/BATTERIA
Uno dei frangenti in cui ho utilizzato il motore in modalità TRAIL e BOOST è stato proprio la discesa dove preferivo avere il pieno supporto del motore in caso di rilanci o strappi inaspettati, magari affrontati con un rapporto del cambio sbagliato.
Sempre durante le prime discese su sconnesso ho iniziato a sentire uno strano rumore provenire dalla zona motore ed inizialmente ho pensato ad una protezione avvitata male. Per intenderci uno strano clock-clock non fastidioso ma che sembra qualcosa che si sta per smontare…
Parlandone con Giorgio ho scoperto poi che è un difetto conosciuto del motore Shimano EP8, avvertibile quando non si pedala su terreni smossi.

CONCLUSIONI

E’ stata dura restituire a Giorgio questa Conway perchè sinceramente avevo iniziato ad affezionarmi. Questa Conway è gustosa da pedalare in salita sui sentieri anche tecnici dove la spinta del motore Shimano aiuta il giusto in ECO ma può farvi sentire Nino Schurter in TRAIL e Tony Cairoli in BOOST.
La bici è comoda e permette di fare lunghe pedalate con disinvoltura.

In discesa è altrettando divertente e spassosa, digerisce con estrema facilità sentieri pieni di pietre, radici e gradoni. Nel ripido è stabile e sicura grazie al telescopico ed al manubrio largo.

Come ho scritto gli unici difettucci rimediabili con pochi €uro sono le manopole in plastica dura ed un attacco manubrio più lungo, magari due protezioni in gomma per le pedivelle ed un po’ di pellicola protettiva per il telaio.

Non le serve niente altro per farvi divertire come matti. Il prezzo di listino è 5.199€ ma se dite che vi manda lo ZioGhilli magari un po’ di sconto ve lo fanno alla Lollo Bike… 😉