⚠️ NOTA IMPORANTE: se non siete amanti del cicloalpinismo e conseguente portage/spintage/pousage non prendete in considireazione questo giro impegnativo. Metà dislivello pedalando, metà spingendo (la maggior parte) e portando a spalla (pochi tratti)

Fatta questa FONDAMENTALE premessa devo affermare che non sono un amante di tutto ciò che c’è scritto qua sopra – in particol modo del portage – ma l’idea di andare CON LA bici (diverso da andare IN bici) a 3.332m di solleticava assai.
Ma qual’è la differenza tra andare IN bici e CON LA bici? Ce l’ha spiegata un escursionista che abbiamo incrociato strada facendo:
– andare IN bici significa andare in un luogo pedalando
– andare CON LA bici significa arrivare in un luogo dove la bici non centra un cazzo e tu ce la porti su di forza
Insomma. Il tizio ha centrato pienamente la questione, poi ognuno ha i suoi gusti…
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Il tutto inizia quando Fabrizio ha pubblicato su Komoot un giro con suo fratello Marculin ed io ho visto le foto delle bici ai 3.332m di Punta Sommeiller: la bocca mi si è aperta e la mandibola mi casca come l’emoticon dell’Urlo di Munch…
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In vita mia sono arrivato in bici ai 3.131m dello Chaberton (un po’ IN bici ed un po’ CON LA bici) e poi ai 3.084m del Col Leynir da cui avevamo poi provato a andare al Taou Blanc fermandoci a quota 3.150m (qua invece era solamante CON LA bici). Arrivare a 3.332m sarebbe un colpo all’asticella…
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Faccio la proposta a Chicco e sembra interessato, dice che sarebbe una bella avventura. Lui è una bestia a camminare ma è poco allenato in bici. Viceversa io sono allenato in bici ma a camminare mi rompo i coglioni, soprattutto se devo anche spingere la bici. Ci compenseremo a vicenda dai…
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Parcheggiamo ai bacini di Bardonecchia. Prima parte sulla Decauville, percorso pianeggiante ideale per scaldare le gambe anche se oggi l’impresa è ardua dato che ci sono 8°
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Il lago artificiale creato dalla diga di Rochemolles
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Il Chicco. Compagni di classe per 5 anni di superiori. Ma chi l’avrebbe mai detto che…
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Attacchiamo poi sulla strada che ci conduce al bellissimo pianoro del Rif. Scarfiotti (chiuso – ahimè) e poi tutti i tornanti verso pian dei morti e pian dei frati. Essendo venerdì ci sono un po’ di moto (la strada è chiusa al traffico il giovedì) ma a noi infastidiscono poco essendo ex-motociclista io e tutt’ora motociclista il Chicco: tante Yamaha Tenerè 700 (bellissime) ed Africa Twin (sta iniziando ad annoiarmi), qualche Honda XR600, una bella ed anzianotta Yamaha Tenerè 600 in colorazione Gauloise con doppio scarico Leovince. Pochi BMW GS, qualche moto cinese tra cui una stupenda Kove 450 Rally. Comunque sono tutti corretti e rallentano quando ci incrociano, a parte un paio di Tedeschi arrapati su KTM da enduro, ma ci sta dai…
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Rif. Scarfiotti chiuso
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La bellissima conca dello Scarfiotti
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Noi siamo diretti lassù e la cosa fa abbastanza impressione perchè sembra lontanissimo ed “in altissimo”
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Arrivati al terzo tornante dopo Pian dei Frati parte il sentiero verso la vetta che sembra veramente lontanissima e da qua iniziamo a spingere per 3 ore abbondanti e 750m di dislivello. Mi ripeto: io detesto spingere la bici in salita (e pure in discesa) ma oggi lo trovo quasi accettabile. Con il Chicco ce la raccontiamo, facciamo qualche pausa per osservare il panorama, nessuno dei due ha fretta. Bello. Non dico una fatica piacevole ma quasi accettabile. Quasi…
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Bivio per Punta Sommeiller
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Iniziamo lo “spintage”
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Panorama ne abbiamo? Creato con PeakFinder
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“Pausa panino appena arriviamo a 3.000 metri?”
Detto – Fatto
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Al colle, laggiù in fondo i tornanti da cui abbiamo iniziato a spingere. DioBò se ne abbiamo fatta di spinta…
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Arriviamo al colle e poi l’ultimo strappo verso la cima dove avviene il piacevole incontro della giornata. Donna di bella presenza, fisico scolpito, sui 40 anni che vampetta leggiadra da una roccia all’altra. Le chiedo se manca molto alla cima e lei risponde in inglese:“…to the summit? Not much! Oh, with the bike: amazing…

Ma eccoci finalmente in vetta, alle nostre spalle l’imbocco della Valsusa con il Musinè, la Sacra di San Michele ed in mezzo, in lontananza, Torino e Superga. Più sulla destra il Ciantiplagna (meta di una bella gita con il Roby G.) e l’Albergian (altra gita con Sir Gino). Sulla sinistra il Rocciamolone (altra gira a piedi con il Teo Frez). Di fronte a noi la conca di Bardonecchia e poi lo Chaberton, la Barre des Écrins ed il Galibier. Trecento trentuno metri sotto di noi invece il Colle del Sommeiller, il bivacco, il laghetto e tante moto e fuoristrada parcheggiati. Oh. Sarà per il vento che spinge le nuvole veloci sopra di noi, sarà che oltre i 3.000m svariono sempre un po’, sarà perchè di “terreno” intorno a noi ce n’è poco, sarà qual che sarà ma sembra veramente di volare da lassù…
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Il pilastrino di calcestruzzo che indica la cima ed il punto geodetico trigonometrico dell’IGM ed il confine tra Italia e Francia
(tutte questi paroloni pazzeschi li ho presi da Wikipedia eh)
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Oh Chicco! Ce l’abbiamo fatta! 🙂
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In centro al fotogramma Colle del Sommeiller, se vuoi vedere il lago ed il bivacco che è il puntino rosso
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Boiafaus: una Canyon Nerve ai 3.332m di Punta Sommeiller
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Chicco: Ghost full in alluminio – Ruote da 26
Ghillo: Canyon full in alluminio Ruote da 29
…entrambe roba di dieci anni fa…
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Vista da Punta Sommeiller – Panorama creato con PeakFinder
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Chicco lancia il drone per un po’ di video, mangiamo qualcosa, ci godiamo la vetta e poi ci prepariamo alla discesa che è per la maggior parte pedalabile fino al colle, ad esclusione dei tratti più rocciosi. Proseguiamo verso il Rif. Galambra, ormai in rovina, dove ci fermiamo per qualche minuto. All’interno vedo una finestra con un drappo arancione che sventola, il vento fischia tra le poche travi che rimangono del tetto, una sorta di rumoroso silenzio. Emozione…
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Rif. Galambra
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Ricominciamo la discesa in Valfredda su ghiaioni e sfasciumi finchè ad un certo punto vedo qualcosa che luccica davanti alla mia ruota. Mi fermo e lo raccolgo. Un tappo arrugginito e bucato da colpi di proiettile. Guardo meglio.

SARDINE ALL’OLIO DI OLIVA
F. POLLET (BUCO DI PROIETTILE)
FORNITORE DI S.M. (SUA MAESTÀ) IL RE D’ITALIA

Probabilmente il rancio degli alpini della 1° o della 2° guerra mondiale. Se c’è scritto S.M. IL RE D’ITALIA è una scatola che avrà minimo 80 anni. Chissà cosa avrebbe da raccontare questo pezzo di latta…
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Paesaggio lunare: il puntino sulla sinistra è Chicco
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Superati i ghiaioni il sentiero si fa poco pedalabile, è un sentiero per gli alpeggi e le vacche anche se ci sono tracce di pneumatici di MTB e (forse) moto da trial. Questo è il tratto che mi è piaciuto meno, complice anche la stanchezza che inizia farsi presente e soprattutto la sete.

Le grange Val Fredda. La montagna piatta al centro è lo Jafferau con il suo forte
(anche se non visibile in foto)

Arrivati al torrente di fondo valle il sentiero torna perfettamente pedalabile e di lì a poco arriviamo alle grange Valfredda, dominate dall’alto dallo forte dello Jafferau. Il sentiero diventa strada sterrata che ci riconduce alla Decauville e poi alla macchina…
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Birrazza e aperitivo a Bardonecchia e poi a casa per le 22.00
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Riassunto: giro per gli amanti del cicloalpinismo…
Panorami? Pazzeschi ☑️
Le fatica per arrivare CON LA bici a 3.332m è stata ripagata? Sì ☑️
Lo rifarei? AhAhAh. Fatto è fatto. Basta così… 😁
😁

Però mentre passavo vicino alla stazione di Beaulard mi è tornata una gran voglia di fare il giro del Passo della Mulattiera quindi direi che…
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Comunque sia: AMAZING 💋