Pulizia del sensore “fai da te” e consigli utili

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Categoria: pulizia sensore fai da te e tecnica

L’argomento è delicato così come lo è l’oggetto in questione: sulla pulizia del sensore si legge di tutto e di più sui vari siti e forum di fotografia. C’è chi dice che bisogna farlo fare solo ai camera service e chi invece se ne occupa personalmente, chi sostiene che si possono fare danni facilmente e chi invece utilizza tecniche piuttosto energiche. Secondo me il giusto sta nel mezzo. Come al solito. Ma partiamo dall’inizio…

Come evitare che il sensore si sporchi…

E’ buffo come una risposta definitiva a questa domanda non l’ho ancora trovata, anche perchè spesso mi ritrovo con sensori puntinati che devo ripulire. Inizialmente, sulla mia prima reflex, montavo un solo obiettivo ma dopo qualche mese iniziai a notare che c’erano delle macchie su sensore, visibili soprattutto quando scattavo con molta luce e con diaframmi molto chiusi. Com’era possibile che nonostante non cambiassi mai obiettivo, sul sensore si fosse accumulata polvere? Dopo qualche studio giunsi alla conclusione che:

1. le macchine fotografiche non sono totalmente impermeabili ne all’aria ne all’acqua, quelle tropicalizzate lo sono ben di più grazie alla presenza di guarnizioni ma comunque anche loro non sono esenti da questo difetto. Quindi anche tenendo montato sempre lo stesso obiettivo può capitare che entri qualche granello di polvere.

2. all’interno della macchina ci sono meccanismi in movimento che sono soggetti a frizione, fenomeno per il qualche c’è un minimo deterioramento con conseguente creazione di particelle di polvere. Per non parlare poi di problemi congeniti, di cui si è molto parlato ultimamente come ad es. per la Nikon D600, macchina fotografica con la nomea di imbrattare i sensori (fenomeno enormemente amplificato dal tam-tam dei forum in quanto ho alcuni amici con la macchina in oggetto e nessuno ha avuto problemi).

3. gli obiettivi zoom hanno la caratteristica di avere un gran numero di lenti e durante la variazione di lunghezza focale si crea un movimento di aria all’interno delle camere interne, con la tendenza ad “aspirare” polvere all’interno dell’obiettivo ma anche all’interno del sensore.

Sicuramente ci sono alcune accortezze grazie alle quali è possibile diminuire la presenza di polvere sul sensore. Le principali:

a. durante il cambio lenti tenere il corpo macchina rivolto verso il basso per evitare che la polvere in sospensione nell’aria entri per caduta. Troppo spesso vedo questa operazione fatta con la macchina rivolta verso l’alto. Il top è stato il cliente di un negozio di Milano che ha lasciato la sua D800 a pancia in sù per 10 minuti sul bancone mentre parlava con il commesso…

b. pulire periodicamente gli obiettivi ed in particolare le lenti posteriori in quanto, sovente, la polvere sul sensore non arriva dall’ambiente esterno ma è portata all’interno del corpo macchina dalla lente posteriore dell’obiettivo sporca…

c. cercare di cambiare lenti in posto riparato dal vento, anche se sono il primo ad ammettere che tutto ciò non sempre è possibile. Comunque meglio orientati verso una parete sottovento che in piena bufera…

Mi rendo conto che ci sono situazioni in cui non è possibile avere tutte queste precauzioni. Durante un viaggio in Africa ho imparato molto da questo punto di vista: cambiavo spesso obiettivi dall’interno del cassone di un pick-up che correva su strade polverose, un vero toccasana per lenti e sensore. Ma il grosso problema era iniziato la sera prima della partenza…

Come pulire un sensore sporco…

Proprio la sera prima di partire per un viaggio in Sud Africa e Zimbabwe ho avuto la (poco) brillante idea di sperimentare la mia prima pulizia del sensore: per un viaggio tanto bello valeva la pena avere un sensore pulito. Così ho preso la bomboletta dell’aria compressa dando una bella spruzzata al sensore a distanza di 50cm. Ad obiettivo rimontato rimenevo senza parole… PANICO!!! L’aria in pressione (fredda) aveva fatto condensa con l’ambiente (20° circa) e mi ritrovavo quindi un sensore pieno di macchie, grandi al punto dal renderlo inutilizzabile.

Fare di necessità virtù: non avendo in casa alcun kit per la pulizia mi sono arrangiato costruendo una paletta d’emergenza (che poi ho continuato ad utilizzare negli anni), avvolgendoci sopra un ritaglio di panno in microfibra (nuovo e quindi appena tolto dalla confezione) ed usando come liquido per la pulizia il… VETRIL!!! Roba da far accapponare la pelle ai puristi della tecnica fotografica. E sinceramente anche a me.
Ma era una situazione limite ed ha funzionato. Sensore pulito, macchina perfettamente utilizzabile, safari fotografico salvo. La reflex in questione è ancora in mio possesso ed è quella che utilizzo per la maggior parte dei miei servizi…

Bene. Ora non consiglio a nessuno di pulire in questo modo il sensore della propria macchina fotografica ed infatti io stesso non ho mai più ripetuto l’operazione. Ma con un minimo di manualità, delicatezza e soprattutto buon senso si possono ottenere ottimi risultati. Partiamo dal presupposto che la terminologia pulizia del sensore è errata: con la seguente procedura non state pulendo il sensore bensì i vetrini protettivi posti davanti ad esso. Siete più tranquilli ora? All’opera quindi: vediamo come…

1. Prima di tutto occorre comprare uno dei tanti kit di pulizia in vendita. Salviette + liquido + spazzolina + pompetta. Personalmente utilizzo  salviette PEC*PAD, un tessuto puro al 99,999% che non lascia alcun residuo sul sensore, sul quale va aggiunto il liquido Eclipse Optic Cleaning System per la pulizia, una soluzione con alta percentuale di metanolo la cui caratteristica è quella di evaporate velocemente senza lasciare aloni. La spazzolina potete auto-costruirla (come ho fatto partendo da una tessera sanitaria scaduta) oppure acquistarla su ebay/amazon per una 10ina di €uro, mentre per le salviette si trovano le confezioni da 100 per una 15ina di €uro a cui dovete aggiungere altri 20€ circa per il liquido. A conti fatti con 45€ potete fare 100 pulizie del sensore.

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Consigliata è anche una pompetta per rimuovere i granelli più leggeri. La Giottos GTAA1900 è da tutti ritenuta il top per ulteriori 15€ circa…

2. Disponete tutto sul tavolo di casa e fate un lungo respiro. Iniziate scattando una foto con diaframmi molto chiusi (f32) su un soggetto molto luminoso ed uniforme (parete bianca illuminata o cielo privo di nuvole) ruotando l’anello della messa a fuoco sull’infinito.

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Messa a fuoco manuale


…sull’infinito…

Click!!! Ahia. Già dal dislpay sono visibili molti punti di sporco. Trattenetevi dal piangere: è normale…


Scatto pre-pulizia | Sigma 10/20 @ 20mm | f32 | +1 di esposizione
Tenete pronto un fazzoletto per pulire il sensore ed uno per asciugarvi le lacrime :P


Scatto pre-pulizia | Sigma 10/20 @ 20mm | f32 | +1 di esposizione
Se proprio volete farvi del male aprite Photoshop e lanciate il comando IMMAGINE -> CONTRASTO AUTOMATICO per far uscire altri punti di polvere…

Mettete la macchina fotografica in posa B in attesa dell’operazione a cuore aperto.

3. Estraete una salviettina dalla confezione, avendo cura di toccarla il meno possibile e MAI nella zona centrale che sarà quella a contatto con il sensore. Avvolgetela sulla spazzolina come illustrato, bloccatela con un pezzo di scotch ed iniziate a togliere l’obiettivo avendo cura di riporre il corpo con il foro verso il basso…

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La spazzolina che ho costruito durante il momento di panico, la sera prima di partire per l’Africa. Poca spesa tanta resa…

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Avvolgete sopra la salvietta avendo cura di non toccare la parte che andrà a contatto con il sensore…

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Chiudete con un pezzo di scotch…

4. Bagnate l’estremità della salvietta con 2 o 3 gocce di Ecplipse, impugnate il corpo macchina, premete il pulsante di scatto e mantenetelo premuto fino al termine dell’operazione. A questo punto passate la spazzolina sul sensore applicando una pressione ragionevole (ricordate di utilizzare buon senso) avanti ed indietro per un paio di volte su tutta la superficie.

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Estraete la spazzolina, rilasciate il pulsante di scatto e montate l’obiettivo per evitare di vanificare quanto fatto fino ad ora.


1° scatto post-pulizia | Sigma 10/20 @ 20mm | f32 | +1 di esposizione
Dopo il primo passaggio di pulizia la situazione appare migliorata. 7 vs. 13

5. Ripetete le operazioni n°3 e 4 ancora una volta per massima sicurezza e per una pulizia perfetta. Effettuate nuovamente uno scatto di una superficie luminosa ed uniforme a diaframmi molto chiusi. Solitamente il sensore è pulito. Nel caso ci siano ancora puntini di sporco ripetete l’operazione fino alla completa pulizia. Se avete problemi ad eliminare i puntini negli angoli lavorate con pazienza e tranquillità.


2° scatto post-pulizia | Sigma 10/20 @ 20mm | f32 | +1 di esposizione
Dopo il secondo passaggio di pulizia la situazione migliora ulteriormente. Ne rimane solo uno. Valuto se procedere ancora…

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3° scatto post-pulizia | Sigma 10/20 @ 20mm | f11 | +0 di esposizione
Stesso scatto ma con parametri più consoni. Esposizione a zero e diaframma a f11…

Considero questi parametri ottimali in quanto solo di rado chiudo ulteriormente il diaframma per non andare incontro al fenomeno ottico della diffrazione: continuando a chiudere dopo f11 – dipende anche dagli obiettivi – si ottengono scatti più morbidi invece che più dettagliati. Quindi a f11 ho il sensore privo di punti visibili, posso ritenermi soddisfatto del lavoro svolto…

Detto ciò, visto che ci siamo, perchè non dare una bella pulita anche allo specchio ed alla superficie inferiore del pentaprisma? La teoria è la stessa: spazzolina, salvietta, liquido ed un paio di passaggi delicatamente energici.

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E via così verso una nuova raffica di scatti fino a quando non si ripresenterà la necessità di una nuova pulizia…

Dont uorri. Bi eppi… alla prossima :)

P.S.: con questa procedura ho effettuato almeno una 20ina di pulizie sia sulla mia reflex che su quella degli amici più cari. Ha sempre funzionato senza alcun problema. Metto però le mani avanti: non mi ritengo in alcun modo responsabile per eventuali danni causati alle Vostre reflex nel tentativo di effettuare la pulizia del sensore con la procedura sopra descritta. Fotografo avvertito… ;)

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6 thoughts on “Pulizia del sensore “fai da te” e consigli utili

  1. Interessantissimo. lo giro subito al mio moroso in quanto ho un paio di macchie sul sensore e non sapevo come fare – grazie Laura

    1. Elena ha già utilizzato la tecnica descritta ed ha ottenuto il risultato desiderato. Vai tranquilla. CiAoOo

  2. Ciao scusa se mi permetto ma nei menù delle fotocamere trovi la funzione per alzare lo specchio e operare la pulizia manualmente del sensore. Non si fa con la posa B. Perchè in posa B il sensore è attraversato da corrente mentre con l’utility del menù, la hanno messa apposta, si apre tutto e puoi pulire ma in sicurezza.
    Ciao Luca

    1. Ciao e grazie per il commento… tutto giusto ma ad esempio la mia vecchia Fujifilm S5Pro non ha l’utility dal menù e quindi lo faccio in posa B. Fatto per anni senza problemi ;)

      CiAoOo

  3. Tutto bene finché tutto va bene, comunque la “parte inferiore del pentaprisma” la cosiddetta Lente di Fresnel, in quanto delicatissima, non va assolutamente neanche “guardata” figuriamoci utilizzare questo sistema per pulirla. Prima di dare informazioni su interventi di parti così delicate è meglio documentarsi prima. Poi, secondo me, fin quando si sperimenta sulla propria fotocamera sono d’accordo.
    ;-D

    1. Buongiorno Luigi,
      per la pulizia del sensore c’è chi preferisce farsela in casa e chi invece affidarsi ad un laboratorio come il tuo. Ma è comunque possibile farlo senza danni se uno ha il materiale giusto ed una buona dose di buon senso.
      Per un battesimo è meglio un professionista oppure un conoscente appassionato? Secondo me dipende dal professionista e dell’amico…
      Non mi sento di criticare nessuna delle due scelte perchè ognuno ha le proprie idee, capacità, disponibilità economica e perchè no, piacere di fare manutenzione alla propria attrezzatura.

      Saluti – Luca

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